Il
cuore pulsante del documentario sono i diari orali che ognuno dei
personaggi ha registrato negli anni. Sono
stati il punto di partenza del mio viaggio nell’immaginario dei
loro sogni, la mia guida nella scrittura del film.
La
struttura narrativa del documentario è ispirata all’Odissea di
Omero, sarà un lungo viaggio di uno dei protagonisti, Gabriel, per
ritornare a casa, attraverso i suoi sogni e quelli degli altri
personaggi che di volta in volta rappresenteranno le figure cardine
dell’epopea omerica.
Gabriel
sarà Omero e Odisseo, allo stesso tempo viaggiatore e narratore.
Domenico rappresenterà Poseidone e il mare. Daniela sarà la
saggezza e la razionalità di Penelope. Fabio sarà l’aedo che
canta e l’indovino Tiresia che predice il futuro. Rosa sarà
l’esplosione e la potenza della fantasia di Calipso e Nausicaa.
A
legare il tutto sarà la volontà di porre degli interrogativi sulle
distanze, sulle diversità, sull'empatia. Non c'è nessun segreto da
svelare, è come rimettere in ordine i pezzi di un foglio strappato, non
necessariamente l'ordine naturale che vuole le parole corrispondenti
alle immagini, ma un ordine puro, semplice e spiazzante com’è
quello dell'inconscio.
Nel
Sogno
di Omero
ci sono sogni da raccontare e l'impianto narrativo si snoda
attraverso cinque vite come fossero vari capitoli di un unico libro.
L'incipit
è avvolto nel buio del risveglio, quando Gabriel spegne la sveglia
in piena notte, accende il registratore e narra le avventure e i
sogni del suo viaggio verso casa. Al diario
di Gabriel si uniscono le melodie che Fabio ha sognato, l'argilla
modellata sulle parole d'amore che Rosa ha composto, i colori del
film immaginato da Daniela. Poi, nel finale, ancora il buio, quello
del mare profondo che è uguale alla notte. E i sogni di Domenico che
nell'acqua trova la dimensione del suo reale, il suo sogno
realizzato.
Emiliano
Aiello
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